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GANDHI, MOHANDAS KARAMCHAND
(detto il Mahatma o grande anima, Porbandar 1868 - New Delhi 1948). Politico indiano. Proveniente da agiata famiglia, dopo aver studiato legge in Gran Bretagna (1888-1891), si stabilì in Sudafrica, dove rimase per oltre vent'anni (1893-1915). Per reazione alle discriminazioni di cui gli indiani erano fatti oggetto in quel paese si diede alla politica, elaborando un metodo d'azione non violento (vedi satyagraha). Tornato in India, assunse uno stile di vita sempre più ascetico e prese parte alla lotta politica divenendo in pochi anni l'indiscusso leader del Partito del congresso. Sotto la sua guida il Congresso lanciò una serie di campagne non violente di massa contro il regime coloniale britannico, di cui le più importanti furono quelle del 1921-1922, del 1930-1933 e del 1942, che svolsero un ruolo decisivo nella vittoriosa lotta dell'India contro la dominazione britannica (vedi ahimsa). Le grandi campagne non violente diffusero tra le masse l'ideologia nazionalista e incrinarono la collaborazione degli indiani con il Raj. Questo processo permeò gradualmente tutta la società, comprese le stesse istituzioni del sistema coloniale: polizia, esercito, burocrazia (tutti apparati largamente formati da indiani). La decisione britannica di abbandonare l'India nel 1947 ne fu l'inevitabile conseguenza, ma non risolse i contrasti etnici e religiosi che, alimentati anche dal colonialismo, minavano la nuova nazione. Il trionfo più grande di Gandhi venne funestato da gravissimi massacri fra hindu e musulmani, causa ed effetto della concomitante divisione dell'India in Unione indiana e Pakistan. Lo stesso Gandhi venne assassinato il 30 gennaio 1948 da un fanatico hindu che riteneva che il Mahatma avesse tradito l'India dando il proprio assenso alla nascita del Pakistan.
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